I selvatici by Sarah Savioli

I selvatici by Sarah Savioli

autore:Sarah Savioli [Savioli, Sarah]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858857526
editore: © 2023 Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano


18.

Arrivano con passo tranquillo e un quarto d’ora abbondante di ritardo.

Si seggono lanciando uno sguardo a Otto, ma senza accennare un particolare interesse, meno che mai a una carezza.

“Piacere, mi chiamo Mattia,” si presenta quello più alto dei due con fare sicuro e un’aria amichevole, ma che in realtà trasuda una strafottenza impunita. Con la coda dell’occhio osservo il mio capo, poi di nuovo guardo Mattia che si siede rilassato tenendo le mani infilate nelle tasche della giacca di pelle.

Uh, ragazzo, giocare al capobranco con un Cantoni in giro è davvero una pessima, pessima idea.

L’altro in compenso si siede di fianco all’amico dopo aver sussurrato il nome Giacomo tenendo lo sguardo basso. Eccolo quel Giacomo nominato da Alice ed è un gran bel ragazzo, vestito alla moda come l’amico, senza dubbio uno che non deve far fatica con le donne. Eppure l’atteggiamento suo e di Mattia deve avergli inimicato i coetanei e le ragazze del paese così da fargli terra bruciata. E, in ogni caso, se come mi ha detto Alice, il buon Giacomo ha soldi di famiglia, anche il suo amico Mattia non scherza e posa un cellulare di ultima generazione sul tavolino, poi controlla un orologio che deve costare un paio di stipendi mensili della maggior parte delle persone.

“Quando Tullio ci ha detto che le guardie non hanno voluto cercare Yasser non ci potevo credere,” inizia Mattia mentre fa un cenno con la mano al barista. “Avete qualche idea di dove sia andato?”

“Questa veramente è la domanda che vorremmo porre a voi,” rispondo mentre Cantoni si mette comodo contro lo schienale della sedia.

Mattia sospira e scuote la testa, poi si volta verso un uomo robusto e di mezza età che esce dal bar e dice: “Benno! Che fai, eh? Poi passo da te in negozio”.

L’uomo ricambia solo con un cenno, per poi allontanarsi con le mani in tasca lanciandoci un’occhiata guardinga.

“Grazie, grandissimo,” continua poi rivolto al barista che porta per lui e il suo amico due birre medie, beve un sorso, e continua: “Yasser era uno a posto. Non capiamo dove possa essersene andato e perché”.

“Quindi non avete nessun dubbio, nessun sospetto, nessuna ipotesi,” proseguo, mentre Giacomo prende il bicchiere con una mano dalle unghie mangiate fino a farle sanguinare.

“Macché. Yasser è sempre stato gentile con tutti, nessuno poteva avercela con lui. Vero, Giacomo?” l’amico annuisce e Mattia continua indicando con il mento la falegnameria in fondo alla piazza. “L’unico che poteva dargli qualche problema è Caio. Quello è completamente fuori di testa e solo uno come Yasser poteva lavorarci.”

“Strano, perché a me pare che i problemi con Caio li aveste voi, non Yasser,” si inserisce Cantoni mentre osserva interessato il fondo della tazzina del caffè, cosa che fa regolarmente appena prima dello scatto.

I due si guardano per un attimo, Giacomo di nuovo abbassa gli occhi, Mattia giocherella con il bicchiere di birra che ha davanti.

“Caio è arrivato qui al bar più di una volta quando Yasser, dopo il lavoro in falegnameria, ci veniva con voi,” va avanti Cantoni.



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